TUTTO HA INIZIO DA ME E TE. COME SI FORMA UNA COPPIA? E COME FA A DURARE NEL TEMPO?

È con la formazione della coppia che comincia l’avvicendamento delle fasi che compongono il ciclo di vita della famiglia.

Le relazioni sono una delle esperienze più gratificanti e appaganti cui possiamo aspirare noi esseri umani. Il processo di formazione della coppia inizia nel momento in cui due persone si scelgono, si innamorano e danno vita ai rituali tipici del corteggiamento.

Facendo riferimento alle teorie familiari, la coppia così come i sistemi familiari è soggetta a continue modificazioni e rinegoziazioni nel corso del tempo. Si devono affrontare situazioni nuove che mettono in crisi le vecchie modalità di funzionamento. Possiamo individuare tre momenti diversi: la scelta del partner; l’innamoramento; il matrimonio. 

La scelta del partner è intrinsecamente collegata con la storia individuale e familiare di ciascun uomo o donna, in quanto il nuovo partner solitamente viene scelto per somiglianza (scelta complementare) o differenza (scelta per contrasto) con il genitore di sesso opposto. 

Spesso si scelgono dei partner con i quali si tenta di elaborare precedenti conflitti irrisolti. Questi conflitti normalmente hanno a che fare con dei processi di negazione o di scissione (quindi di separazione/divisione) di alcuni aspetti della propria personalità che sono rifiutati perché si vedono come inaccettabili. Quando queste parti del sé inammissibili vengono viste in altri individui (in questo caso il partner) riusciamo a provare un’ambivalenza verso di esse. Nel partner vengono percepite come attraenti e il rapporto con chi le possiede diventa un mezzo per riavere queste parti perse della propria personalità.  In sintesi, l’innamoramento, che è il principale motore di formazione della coppia, è il momento in cui uno vede nell’altro quelle polarità opposte di sé che non riesce a vedere e tollerare in sé stesso: è un processo attraverso il quale si possono amare delle cose di noi stessi (attraverso l’altro) che non riusciamo a riconoscerci perché incompatibili con l’immagine che ci siamo strutturati nel tempo.


Ma l’innamoramento, che è il processo che permette la nascita della coppia, è anche rappresentato da meccanismi di idealizzazione totale di sé e dell’altro. Ciascun partner offre inconsciamente all’altro, ma anche a sé stesso, un’apparenza ideale di sé; il partner sarà più o meno attratto da questa immagine, nella misura in cui questa corrisponde alla soluzione di antichi bisogni profondi. Ci innamoriamo sempre dell’immagine che l’altro ci rimanda di noi, e dell’immagine che a lui rimandiamo. 


Il processo di formazione di identità di coppia è strettamente legato a quello individuale di costruzione di una propria identità e di svincolo dalla famiglia di origine.
Soltanto se sono stati compiuti questi movimenti di uscita e differenziazione del giovane adulto dalla famiglia di origine, il legame che unisce la coppia può evolvere dall’innamoramento (tu sei perfetto per me, sei tutto quello che ho potuto desiderare, realizzerai tutti i miei desideri) e passare all’amore (ti accetto per quello che sei, non per come ti vorrei) e a un rapporto fondato sulla condivisione e sull’empatia e che, allo stesso tempo, consenta l’espressione della propria individualità.

I due innamorati in questa fase sottoscrivono un primo contratto che assomiglia ad un iceberg: la parte visibile, fuori dall’acqua, che ha funzione contenitiva e di unione, è costituita da norme espresse e accordi consapevoli; la parte sommersa è quella composta da vincoli non consapevoli di natura affettivo-emotiva. 

Le favole che spesso abbiamo sentito da bambini ci raccontano la celebrazione della felicità di una coppia nascente, la principessa che finalmente sposa il suo principe azzurro dopo mille peripezie. Vediamo quindi una coppia nella sua fase iniziale e una coppia nella sua fase finale. E nel mezzo che succede? 

Il viaggio che va dalla coppia dei neo-innamorati alla coppia d’amore matura è lungo, pieno di sfide e frustrazioni. Durante questo viaggio vi sono momenti, o interi periodi, nei quali le difficoltà non mancano e sono soventemente accompagnate da emozioni negative.

Bowen ci racconta di un contratto fraudolento, in cui ognuno dei partner comprende i bisogni profondi dell’altro e opera come se proprio lui possa essere quello che li soddisferà, pur essendo realisticamente impossibile sia per l’uno che per l’altro. La parte immersa del primo contratto è, dunque, caratterizzata dall’illusione: ciascun partner vede nell’altro la realizzazione di tutti i propri bisogni e desideri consci e soprattutto inconsci. 

Per la coppia sana sarà possibile un processo di rinegoziazione dell’accordo iniziale; è necessario arrivare ad accettare l’altro nella sua realtà, il partner deve essere visto come un individuo con delle caratteristiche e delle esigenze proprie (secondo contratto funzionale).

Se il contratto potrà essere modificato, allora si realizzerà il passaggio dall’illusione alla disillusione, ovvero il passaggio da una situazione in cui l’altro è percepito come proiezione dei propri bisogni, alla situazione in cui l’altro è percepito come persona autonoma. 

L’ eventualità per una coppia di raggiungere la fase della disillusione si basa sulla qualità dei vissuti infantili di ciascun partner e sulle modalità con cui è avvenuto lo svincolo rispetto alle famiglie di origine. 

Veniamo dunque al matrimonio, differente dalla convivenza, in quanto non ipotizza a livello simbolico, lo stesso impegno reciproco dei partner. A livello simbolico, il rituale della cerimonia nuziale costituisce un’importante linea di demarcazione tra le fasi di vita. L’atto del matrimonio non indica di per sé che la coppia sia pronta ad assolvere i compiti che è chiamata ad affrontare. 

I compiti di sviluppo che la neocoppia si trova ad affrontare in questa fase si svolgono su due assi: quello orizzontale (lealtà verso la coppia stessa come coniuge uno nei confronti dell’altro) e quello verticale (lealtà verso la propria famiglia d’origine come figlio nei confronti dei propri genitori). La nuova coppia deve riuscire a raggiungere un equilibrio tra queste due lealtà. 

Molti matrimoni o unioni di coppia falliscono già nel primo e secondo anno di vita proprio perché i due partner non riescono a superare gli adattamenti iniziali e i primi riaggiustamenti. Uno dei cambiamenti più significativi che una coppia deve saper fronteggiare riguarda il distanziarsi dal passato: ognuno porta dentro di sé la propria famiglia di origine e quindi tende ad interpretare il rapporto di coppia alla luce di quelle che sono state le sue esperienze infantili. Ci scegliamo un partner utile a definire rapporti con la nostra famiglia di origine. Abbiamo così due possibilità̀: 

1) Il partner ci permette di ripetere o proseguire un’esperienza se questa è stata soddisfacente. 

2) Il partner ci fa vivere un’esperienza compensatoria e/o di risarcimento se questa è stata insoddisfacente 

Nell’arco della vita una coppia deve riassestarsi varie volte. Ciò significa che deve essere pronta al cambiamento e possedere una buona flessibilità. Voler rimanere fermi in uno stadio particolare della propria storia, senza accettare le naturali trasformazioni che sopravvengono, può cristallizzare il rapporto, renderlo sterile, segnarne la fine. 

Manuela Cosenza

Fonte: Malagoli Togliatti M., Lubrano Lavadera A., (2002). Dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia. Scabini E. (a cura di), (1985). L’organizzazione famiglia tra crisi e sviluppo.

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