L’ epidemia di Coronavirus ha visto molti paesi chiedere a chi che avesse avuto contatti con persone infette di autoisolarsi a casa o in luoghi preposti alla quarantena. Molti studi riportano effetti psicologici negativi che includono sintomi da stress post-traumatico, confusione e rabbia. I fattori di stress includono: una maggiore durata della quarantena, paura di infettarsi, frustrazione, noia, forniture inadeguate, informazioni inadeguate, perdita finanziaria, e stigma. Alcuni ricercatori sostengono che ci possano essere effetti a lungo termine. In situazioni dove la quarantena si renda necessaria, le autorità competenti dovrebbero isolare i soggetti non più del tempo richiesto, provvedere a misure di quarantena molto chiare e ben spiegate e fornire informazioni riguardanti i protocolli per attuarla, assicurare che siano previste misure sufficienti, infine, favorire l’altruismo ricordando che i benefici della quarantena sono vantaggiosi per la comunità stessa.
La quarantena è una limitazione della circolazione delle persone che possono essere state a contatto con l’infezione con il fine di ridurre il contagio ad altri soggetti. In passato ci sono state altre epidemie per le quali si è dovuto arrivare a misure di restrizione della libertà, come la SARS, l’Ebola, e l’influenza N1H1.
Gli studi esaminati evidenziano i risvolti psicologici di soggetti sottoposti a quarantena comparati con altri non sottoposti ad alcuna misura restrittiva.
Uno studio che ha preso in esame operatori sanitari in quarantena ha evidenziato che la stessa sembra possa essere predittiva di sintomi di disturbo da stress acuto. Gli operatori sottoposti al confinamento riportano esaurimento, distacco dagli altri, ansia nel venire a contatto con soggetti febbricitanti, irritabilità, insonnia, scarsa concentrazione e indecisione, diminuzione delle prestazioni lavorative e riluttanza a ricominciare a lavorare o richiesta di riassegnazione. A lungo termine ci possono essere sintomi di depressione.
Effetti di stress post traumatico vengono riscontrati anche in bambini sottoposti a quarantena così come nei loro genitori 4 volte superiori rispetto a chi non ne era stato sottoposto.
In generale viene riportata una grande prevalenza di sintomi psicologici come disturbi emotivi, depressione, stress, abbassamento dell’umore, irritabilità, insonnia, esaurimento emotivo. Sembra che l’abbassamento dell’umore e l’irritabilità siano prevalenti.
Solo uno studio effettuato su soggetti universitari non riporta effetti in termini di sintomi da stress post-traumatico. Si ipotizza che il campione essendo composto da studenti possa non essere generalizzato alla popolazione adulta poiché gli studenti essendo giovani hanno meno responsabilità rispetto agli adulti, in qualche modo sono più spensierati e meno colpiti da preoccupazioni.
Per quanto riguarda gli effetti a lungo termine, due studi evidenziano abuso di alcol o dipendenze in lavoratori operanti nel sistema sanitario sottoposti a quarantena.
Predittori di impatto psicologico pre-quarantena
Sono un po’ controversi i fattori demografici come età, genere, livello di istruzione, stato civile ecc. che possano predisporre allo sviluppo di sintomi. Così come l’appartenenza alla categoria di lavoratori nell’area sanitaria. Disturbi psichiatrici precedenti alla quarantena invece, sono associati ad ansia e rabbia sviluppate 4/6 mesi dopo le misure di confinamento.
Fattori di stress durante la quarantena
- Durata: più è lunga la quarantena più la salute mentale peggiora.
- Paure di infezione: per loro stessi e soprattutto per i propri cari.
- Frustrazione e noia: causata dal non poter più prendere parte alle normali attività quotidiane.
- Rifornimenti inadeguati: come cibo, acqua, mascherine, servizi medici. L’impossibilità di ottenerli porta a rabbia e ansia.
- Informazioni inadeguate: se le linee guida sono inadeguate generano solo confusione.
Fattori di stress post quarantena
- Finanze: la perdita finanziaria causata dalla temporanea inattività professionale, è un fattore di rischio per lo sviluppo di sintomi e disturbi psicologici.
- Stigma: soggetti sottoposti a misure di contenimento hanno riferito che venivano trattati in modo differente ovvero venivano evitati, non più invitati a eventi sociali, trattati con paura e sospetto oppure erano oggetto di commenti critici.
Cosa si può fare per mitigare le conseguenze della quarantena?
Sebbene la quarantena sia una misura necessaria durante le epidemie, gli effetti psicologici negativi possono essere piuttosto problematici. Ciò suggerisce che vi sia la necessità che misure per alleviare le conseguenze del confinamento siano messe in atto come parte integrante del processo di quarantena.
Le autorità competenti dovrebbero adottare tutte le misure atte a garantire che tale esperienza sia il più possibile tollerabile per le persone. Questo può essere ottenuto dicendo alle persone cosa sta succedendo e perché, spiegando per quanto tempo continuerà, fornendo loro attività significative da fare mentre sono in quarantena, fornendo una comunicazione chiara, garantendo forniture di base (come cibo, acqua e forniture mediche) e rafforzando il senso di altruismo che le persone dovrebbero, giustamente, provare.
Tratto da: The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence. Samantha K Brooks, Rebecca K Webster, Louise E Smith, Lisa Woodland, Simon Wessely, Neil Greenberg, Gideon James Rubin.
Link all’articolo originale: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30460-8/fulltext